ARCHIPLANO

L' Archiblenda ha un motore di treno al molibdeno giuntato con cernierinicci corti a gomito buam tun tun buam tun tun buam buam tun tun la parte terminale è un ossoplente a legno dai pistoncini di vetro-brivido brasato striii striii striii diii striii sulla biella torsionata si cancangia un sensore biometalla fischiante prinpron prinpron prinpron
L'Archipicchio invece in blocco sta in collo allo scapicchio con due ferri avvitati alla camera di scoppio damdumdum damdumdum dumdum se lo scuoti il pulsante clanga perchè s'è rotto l'attormizzatore praclangclang praclangclang pran sul di dietro la vernice cade a spacchi ed il vento fa brillare i cacciacicci vac-chivac-chivac-vac Insieme fanno un Archiplano straordinario dalla linea turbolesta e perforante prahi calè prahi calè olè la tastiera dei comandi è a schermo liquido informale lucida di zarzo penta-biflettente digitale sgisà sgisà sat il portello meccanato rapido spantana e senza il minimo ronzio s'olìa nel mezzo tran tran tran
E l'Archiplano assemblato straordinario cascavola come un chirottero o una palla se in giù va digrignando appicca lo schedario sui capelli invece slitta con un grido di battaglia di ferraglia
E da ultimo inghiotte un razzo centenario
ruttando come un vero faccitalia
ruttando come rutta la plebaglia!

(Archiplano, 1981)

ACCIPICCHIA!

ACCIPICCHIA, CHE SGARGIANTE LA CREATURA VOLPARLANTE DI ARCHIPLANO! MEZZO UCCELLO ALLA DEPERO MEZZO DRONE LEONARDIANO. BLU E ROSSO ROMBA A TERRA, TWITTA IN CIELO COI VOLANTI FUTURISTI, CON LE MACCHINE CONIGLIE CHE FAN FIGLI. INFORNATE DI PAROLE, FILASTROCCHE PITTURATE, STRAMPALATE, NATE STRANE. ARCHIBLENDA! BIOMETALLA! TURBOLESTO, PERFORANTE COME BECCA, COME PICCHIA L'ARCHIPICCHIO DI ARCHIPLANO!

(Franco Canavesio 12 gennaio 2016)


martedì 27 febbraio 2018

PAPIRO DI NEKO

(frammento in scrittura demotica su papiro ritrovato a Tebe, XIX dinastia – ipotesi di traduzione e note del prof. Hermann Stroeglem, Università di Berlino, 1938)

(…)
Qui, sulle rive ubertose del Nilo,
dove il papiro alligna in verde asilo,
è invalsa l'assai nobile usanza
di farsi inumare, (...)
a imitazion del Faraon Ramesso1,
insieme alle proprie cose più care,
tutte stipate in una stanza.
Ciò comporta scavare grandi sale,
per poi celarne all'esterno l'ingresso
con cura maniacale, (…)
onde impedire, come già successo,
ai ladri di introdursi e di razziare
ogni oggetto che ivi è stato messo
al solo fin di dar conforto al morto
e accompagnarlo nel suo lungo viaggio
che niun conosce, né villan né saggio (…)

Ebben, mi dico, se lo fanno tutti,
perché non farlo anch'io che ne son degno?
Con le ricchezze, i redditi2 e i frutti
negli anni accumulati con impegno
nell'onorata profession di scriba
leguleio3 e esperto di cavilli4
farommi costruir in quel di Tebe
un'ampia tomba da arredar con billy5
ove ammassare gli oggetti a me cari:
la sitroen6, con cui girai l'Egitto,
l'Alto e il Basso, e l'Etiopia fino ai mari,
la chitarra7, compagna senza pari,
e poi ogni mio amato manoscritto,
e i miei libri, perché nel lungo viaggio
avrò il tempo di leggere un bel saggio

(...)

_______________________________________________ 
1   Il riferimento pù probabile è al Faraone Ramesse II
2   La parola “shtar” (tradotta con “redditi”), del testo originale, deriva dall'antica radice “shr”, che sembra significare “consegna di mandrie di armenti”
3   Gli “scribi legulei” erano dignitari che si assumevano l'incarico di redigere i testi delle petizioni, individuali o collettive, indirizzate al Faraone e presentate nei Tribunali di Tebe, Menfi, Luxor, Amarna e Assuan.
4   Sembra che i “cavilli” fossero sofismi dialettici ai quali ricorrevano gli scribi legulei per ottenere l'accoglimento delle proprie petizioni
5   Il riferimento è oscuro: probabilmente si riferisce a una sorta di arredo ligneo all'epoca molto comune, adatto a riporre qualunque oggetto ritenuto ragguardevole. Purtroppo la natura del materiale con cui i “billy” erano realizzati non ne ha consentito la conservazione ai giorni nostri. Da un'iscrizione trovata in una tomba di Saqqara sappiamo che i “billy” erano preferibilmente di colore bianco.
6   Anche in questo passo il riferimento è oscuro. E' l'unico documento noto in cui si parla di questo misterioso oggetto definito, con sostantivo femminile, “la sitroen” (o citroen, con una traslitterazione in “c”, secondo alcuni studiosi giustificata dall'utilizzo nel manoscritto del carattere demotico zh). Probabilmente trattavasi di cocchio o carro usato per lunghi spostamenti.
7   La radice della parola “kitr”(qui tradotta con il termine “chitarra”) significa “corda tesa che emette suono”.

8   Il riferimento più probabile è al Libro delle Preghiere, o Libro dei Morti, supponendo una traslitterazione di significato della parola “saggio” (originale demotico “fayzzeh”, dalla radice “yz”, radice); la saggistica, come viene modernamente intesa, non era infatti praticata nell'Antico Egitto.