ARCHIPLANO

L' Archiblenda ha un motore di treno al molibdeno giuntato con cernierinicci corti a gomito buam tun tun buam tun tun buam buam tun tun la parte terminale è un ossoplente a legno dai pistoncini di vetro-brivido brasato striii striii striii diii striii sulla biella torsionata si cancangia un sensore biometalla fischiante prinpron prinpron prinpron
L'Archipicchio invece in blocco sta in collo allo scapicchio con due ferri avvitati alla camera di scoppio damdumdum damdumdum dumdum se lo scuoti il pulsante clanga perchè s'è rotto l'attormizzatore praclangclang praclangclang pran sul di dietro la vernice cade a spacchi ed il vento fa brillare i cacciacicci vac-chivac-chivac-vac Insieme fanno un Archiplano straordinario dalla linea turbolesta e perforante prahi calè prahi calè olè la tastiera dei comandi è a schermo liquido informale lucida di zarzo penta-biflettente digitale sgisà sgisà sat il portello meccanato rapido spantana e senza il minimo ronzio s'olìa nel mezzo tran tran tran
E l'Archiplano assemblato straordinario cascavola come un chirottero o una palla se in giù va digrignando appicca lo schedario sui capelli invece slitta con un grido di battaglia di ferraglia
E da ultimo inghiotte un razzo centenario
ruttando come un vero faccitalia
ruttando come rutta la plebaglia!

(Archiplano, 1981)

ACCIPICCHIA!

ACCIPICCHIA, CHE SGARGIANTE LA CREATURA VOLPARLANTE DI ARCHIPLANO! MEZZO UCCELLO ALLA DEPERO MEZZO DRONE LEONARDIANO. BLU E ROSSO ROMBA A TERRA, TWITTA IN CIELO COI VOLANTI FUTURISTI, CON LE MACCHINE CONIGLIE CHE FAN FIGLI. INFORNATE DI PAROLE, FILASTROCCHE PITTURATE, STRAMPALATE, NATE STRANE. ARCHIBLENDA! BIOMETALLA! TURBOLESTO, PERFORANTE COME BECCA, COME PICCHIA L'ARCHIPICCHIO DI ARCHIPLANO!

(Franco Canavesio 12 gennaio 2016)


martedì 16 marzo 2021

MAHLER

Su Rai5 e sul portale di Rai Cultura la ripartenza (da Torino) dell'Orchestra  Sinfonica Nazionale della Rai con i Gruppi da Camera, Daniele Gatti e Fabio  Luisi – Toscana Eventi & News

la rotondità complessa dei corni

la solitudine dei timpani lassù

sta a sinistra la truppa dei violini

gli archetti allineati all'insù

gli ottoni dove si specchia il coro

le melodie dai riflessi d'oro

le tastiere degli archi e dei legni

la sonorità dell'arpa traspare

appena nelle velature chiare

che non lasciano segni

si smorzano le onde dell'orchestra

un silenzio imprevisto accuccia i corni

è il crasciare fragoroso dei piatti

ad annunciare l'ultimo dei giorni

procede in aria la bacchetta a scatti

adagio presto prima che ritorni

là s'innesca l'abisso dei tamburi

il triangolo cigola di fuori

legando il buio dei tromboni

all'asprezza acuta dei traversi

tessono brezza gli archi diagonali

i violoncelli riversi sulle spalle

tramano avversi ai contrabbassi

ecco le note lunghe delle viole

ecco note di danza dei violini

che acuteggiano andando in assonanza

con le caviglie della violinista

in prima fila e oltre la distanza

un largo maestoso e commovente

si fa largo disgregando gli argini

la bacchetta del direttore s'alza

allegro, allegro molto, presto

stupisce la lucidità del basso tuba

nel suo rimbrotto grave e ripetuto

eppur che passo, pare un giovanotto

trombe di zaffiro squillanti salgono

sull'ottava alta e intanto risalta

la temporanea assenza dei tromboni

nulla da fare per lo xilofono

laggiù in fondo a braccia conserte

la truppa dei violini lavora sempre

sempre all'attacco sempre sopra il rigo

il timpanista sorveglia lo spartito

per non perdere il suo attimo di gloria

ora lo xilofono s'è alzato

con le bacchette picchia forte i tasti

i clarini cinguettano tramando

trappole per attirarvi gli oboi

io ascolto e guardo da lontano

le caviglie snelle della violinista

di fronte alle sue dita virtuose

alle sue mani minute ed eccelse

le caviglie non hanno altro pregio

che il languore che sanno suscitare

i clarini soffiano gli oboi sbuffano

e pregano dio e sputano bestemmie,

coloro che suonano e chi li ascolta,

anche questa volta in corsa per la fine,

adorando, e così a fondo, la vita,

ecco, questa è nobiltà assoluta


e in una notte all'improvviso muta

cosa non farei per le caviglie

di quella violinista

se non delicatamente

prenderle nelle mani

e tenerle e abbracciarle

fino alla luce del prossimo giorno

sì, fino a domani

 Orchestra Sinfonica Rai per il Concerto di Pasqua del Teatro Municipale -  Corriere Padano