di fronte al cadavere che si decompone
siamo senza parole
evitiamo di parlarci se per caso
c’incrociamo nei corridoi borghesi che delimitano la spoglia
che il cadavere sia ingombrante
lo apprendiamo al tatto
di fronte ad esso siamo ciechi
anche l’olfatto è inerte, fortunatamente,
il nauseabondo odore
che esala dalla salma non ci afferra
ne rinveniamo traccia
nello spessore dell’aria attraversata
le sacche che risalgono dal ventre
bollono in superficie –non le udiamo
l’orecchio ci si tappò anzitempo
ormai la sordità è consolidata
resta il gusto, ma da solo non basta
a spiegare il dramma consumato,
a far tornare in vita ciò che è morto
piuttosto, induce ad affannosi surrogati
forse per questo
siamo pronti a morderci
non appena svegli la mattina
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