ARCHIPLANO

L' Archiblenda ha un motore di treno al molibdeno giuntato con cernierinicci corti a gomito buam tun tun buam tun tun buam buam tun tun la parte terminale è un ossoplente a legno dai pistoncini di vetro-brivido brasato striii striii striii diii striii sulla biella torsionata si cancangia un sensore biometalla fischiante prinpron prinpron prinpron
L'Archipicchio invece in blocco sta in collo allo scapicchio con due ferri avvitati alla camera di scoppio damdumdum damdumdum dumdum se lo scuoti il pulsante clanga perchè s'è rotto l'attormizzatore praclangclang praclangclang pran sul di dietro la vernice cade a spacchi ed il vento fa brillare i cacciacicci vac-chivac-chivac-vac Insieme fanno un Archiplano straordinario dalla linea turbolesta e perforante prahi calè prahi calè olè la tastiera dei comandi è a schermo liquido informale lucida di zarzo penta-biflettente digitale sgisà sgisà sat il portello meccanato rapido spantana e senza il minimo ronzio s'olìa nel mezzo tran tran tran
E l'Archiplano assemblato straordinario cascavola come un chirottero o una palla se in giù va digrignando appicca lo schedario sui capelli invece slitta con un grido di battaglia di ferraglia
E da ultimo inghiotte un razzo centenario
ruttando come un vero faccitalia
ruttando come rutta la plebaglia!

(Archiplano, 1981)

ACCIPICCHIA!

ACCIPICCHIA, CHE SGARGIANTE LA CREATURA VOLPARLANTE DI ARCHIPLANO! MEZZO UCCELLO ALLA DEPERO MEZZO DRONE LEONARDIANO. BLU E ROSSO ROMBA A TERRA, TWITTA IN CIELO COI VOLANTI FUTURISTI, CON LE MACCHINE CONIGLIE CHE FAN FIGLI. INFORNATE DI PAROLE, FILASTROCCHE PITTURATE, STRAMPALATE, NATE STRANE. ARCHIBLENDA! BIOMETALLA! TURBOLESTO, PERFORANTE COME BECCA, COME PICCHIA L'ARCHIPICCHIO DI ARCHIPLANO!

(Franco Canavesio 12 gennaio 2016)


mercoledì 22 giugno 2011

BALLATA DELLA GRANDE GUERRA PATRIOTTICA

lungo il confine dal Baltico fino al Mar Nero
il 22 giugno alle tre non dorme nessuno
inizia l’attacco è l’ora zero
è in gioco il destino del mondo intero
il 22 giugno millenovecentoquarantuno
fra luglio agosto e settembre mese dopo mese
la situazione dei russi si fa disperata
la strada per Mosca non ha più difese
e Leningrado è stata accerchiata
e al sud tutta l’Ucraina è già perduta
sotto un cielo d’estate caldissimo e azzurro
ogni offensiva nazista è uno sfondamento
avanza il nemico in Bielorussia
come un coltello che entra nel burro
e sembra davvero soltanto questione di tempo
milioni e milioni di prigionieri
il panico avanza con l’invasore
ma, dice Stalin, chiunque s’arrende
sarà considerato un traditore
mentre nell’America ancora in pace
scommettono al massimo sei settimane
gli inglesi già sanno dei mille stermini
compiuti dietro le linee hitleriane
perché, mi chiedo, non hanno ascoltato
gli informatori del 20 giugno?
perché, mi chiedo, non hanno creduto
ai disertori del 21 giugno?
ma proprio quando tutto sembra perduto
quando alla fine non manca che mezzo minuto
l’anima russa ritorna a pregare
l’Armata Rossa ritorna a marciare
la patria del mondo chiede al suo popolo aiuto
e allora il popolo corre al suo dovere
vincendo il dolore la fame e la disperazione
smonta le fabbriche sposta i musei
rispetta i ritmi di produzione
dà una speranza a tutti gli europei
ottobre sia benedetta la pioggia che cade
i panzer sprofondano nel fango che sale
ma questo non basta a fermare il nemico
bisogna difendere la capitale
novembre e dicembre, arriva l’inverno
il tedesco congela nelle tute estive
ghiaccia la benzina insieme ai motori
e partono le prime controffensive
davanti a Mosca il nazismo finì la sua corsa
a un passo dalle torri del Cremlino
intraviste laggiù come un sogno
nella foschia dorata del mattino
un incubo un miraggio tra le macerie di Berlino

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